giovedì 8 ottobre 2009

.Io non uso il dado.

L'altra sera sono andata al cinema. Da sola. Senza soldi e senza compagnia. D'altronde, si vive una volta. Sola. Appunto.
Sono andata a vedermi "Whatever Works": BELLO! Chi non l'ha visto, corra subito a farlo. Woody è un genio e io l'ho sempre amato. Non potevo perdermelo, così ho optato per il faidatè.
Quando sono arrivata di fronte al cinema ho pensato:
- Cazzo, ho solo nove euro... quanto costerà un biglietto per vedere un film in uno sfigato cinema di periferia? Ok, niente panico: se il prezzo è troppo salato, sorrido, glisso dicendo che "ops devo andare a prelevare" e mi dileguo, che il 15 del mese è ancora lontano...
Costava cinque euri. Mui bien. Poltroncine imbottite in velluto azzurro, mui bien. Color verdino alle pareti (di quel verdino che ormai è stato proibito anche nelle scuole e negli ospedali) e soffitto piastrellato color blu. Non molto bien, ma in fondo chissene. Platea piccola, ma confortevole e qualche posto a sedere anche in galleria. Molto mui bien. Schermo montato storto, praticamente un rullo di carta. E vabbè, per cinque euri!
Il film è spettacolare. A parte il fatto che in quasi tutte le scene si vede il microfono. E un po' mi ricorda parte della mia vita... eeeh, che nostalgica!
Tra l'altro ho scoperto di avere almeno tre cose in comune con Boris:

1) Mi sveglio nel cuore della notte gridando "ah! l'orrore!" o anche "sto per morire! non oggi, ma un giorno morirò!".
2) In una scena del film indossa un paio di pantaloncini identici, giuro, identici ai miei. Il che è meraviglioso!*
3) Sono paranoica e tendo a razionalizzare tutto, ma quando mi accorgo di aver fatto tutto quello che ho fatto solo per essere fedele alla logica e rassicurante razionalità, mi pento, mi spavento e tento il suicidio gettandomi dalla finestra. Abbastanza periodicamente. Anche questo, in fondo, è meraviglioso: qualcuno mi capisce/interpreta/pensa possa esistere una persona simile a me.

E c'è una cosa che, dall'altra sera in poi, farò ogni giorno, più volte al giorno, presumibilmente per il resto dei miei giorni: cantare due volte "Tanti auguri a te" mentre mi lavo le mani. Questa cosa la potete capire solo se avete visto il film, ma non importa... Comunque sono stata mui feliz, a parte per quella schiera di donnette che mi si è piazzata alle spalle e ha continuato a parlottare di tutto per l'intera durata della proiezione. Tipo: di fronte avevo "Basta che funzioni" e dietro "I dialoghi delle vagine". Qualcosa del genere.
Questa lunga e logorroica premessa per dire, non solo che sono davvero cuntenta e soddisfatta di aver visto W.W., ma anche che il giorno dopo ero così contenta da essere addirittura di buon umore. E commettere, per questo motivo, un grave errore.
- Vale, oggi devi andare a Varese per comprare la corda della chitarra, vero?
Questa è mia madre. Quando mia madre mi chiede dove vado e cosa faccio o comunque in una domanda ci infila un vero?, significa che vuole qualcosa. In un'altra occasione, ben sapendolo, mi sarei messa sulla difensiva e mi sarei mantenuta sul vago con un classico "mmm, non lo so, forse ho cambiato idea". Ma ieri ero contenta, eh.
- Sì, perchè?
- Perchè papà va a Varese a fare un po' di spesa, magari potevate andare insieme...
In un'altra occasione, avrei detto no. Anzi, non avrei nemmeno avuto bisogno di dire no, perchè non ci saremmo neanche arrivate a questo punto. E invece...
- Ah, ok.
Ah, ok? Ah, ok?! Tanto voleva che mi sparassi in bocca!
Mio padre, lo giuro, è una brava persona. Se vi capitasse di conoscerlo, forse vi starebbe anche simpatico. Ma non andate mai, mai, mai, mai e poi mai, ripeto mai, in un supermercato o in più supermercati con lui. Ha la sindrome del turista congenita, non c'è speranza di salvezza.
- Uh, hai visto questo? Uh, guarda quest'altro! E questo cos'è? Vuoi questo? Vuoi questa? Prendiamo questo? Uh, questo sì! Ah, questo proprio mi serve! Ehi, andiamo a vedere cosa c'è di là! Ooh, il reparto promozioni! Guarda, tutto a un euro! Ti serve una scorta di cento rotolini di scotch? Solo a novantanove centesimi, dai!
Fortunatamente non è contagiosa: io a fare la spesa ci metto al massimo, ma proprio esagerando, venti minuti netti. Lui può impiegarci anche l'intero turno di una commessa.
Fra l'altro, nonostante parta da casa con una fittissima lista della spesa, ci sono sempre innumerevoli, irrinunciabili extra. Cosa ancora più melodrammatica: i miei genitori fanno la spesa in 2 o 3 supermercati diversi "perchè solo lì troviamo esattamente la marca che cerchiamo".
Ora: io vivo di discount. Dal Penny Market al Tigros all'alterego tarocco del Tigros, il Panter, fino al mitico Dipiù e arrivando anche all'ormai superinflazionato Lidl, sono tutti miei. Loro, invece, passano da un GS a un Esselunga, da un Iper a un macellaio con una disinvoltura da lasciare sconvolti. Sono in due, fanno la spesa per cinque. Anche quando eravamo in tre, facevano la spesa per cinque. Non si accettano battute sulla quantità di cibo che mangio.
La verità è che loro seguono la teoria della scorta. Fanno scorta di tutto, come scoiattoli e con la stessa spasmodica rapidità. O forse deve venire la guerra e io sono l'unica che non lo sa. Lo scoprirò quando cadrà una bomba proprio di fianco a casa mia o quando, scendendo nella taverna dei miei, troverò sacchi di riso, di farina e di sabbia tutti da 25 kg, allora mi farò delle domande. Forse.
- Lo prendo, non si sa mai che serva... Così, se poi forse un giorno magari mi servirà, ce l'avrò.
Mah.
Il punto è: la mia presenza a cosa serviva? Perchè la genitrice mi ha subdolamente invitato ad accompagnare il genitore in questa gita fuoriporta cui potevo tranquillamente non partecipare?
Per la fretta. Erano le quattro ed entro le sette era d'obbligo passare prima dal medico e poi in farmacia. Io, secondo mia madre, ho il dono della fretta e riesco a trasmetterlo a mio padre quando ho il controllo del carrello. Cioè da quando avevo otto anni.
Ogni tanto mi rivedo questa scena di me bambina che spingo il carrello e guardo mio padre con malcelata impazienza, dicendo:
- Ma davvero questa cosa ti serve? Ne hai già tre a casa. Dai, andiamo che è tardi...
- Ma, uffa, dai!
Giuro. Ma uffa dai. Sì: la mia crescita è stata un percorso difficile.
La scena migliore, di fronte al magico mondo Star:
- Che dadi prendo?
Quelli truccati, che vinciamo sicuro.
- Non lo so, papà, io non uso il dado.
- Perchè?
- Non mi piace, preferisco le cose al naturale.
- Ma questo dado è naturale: è italiano, è sicuro.
- Sì, ok, vabbè. Ma a me non piace, non lo uso.
- Ma la mamma sì.
- Sì, lo so. Sono trent'anni che compra il dado classico. Prendiglielo classico.
- Ma magari per variare, non so... tu quale prenderesti?
- No, io non prenderei proprio il dado. Prendile il solito.
- Però le cose che fa mamma sono buone.
- Sì, ma che c'entra?
- Eh, ma le mangi anche tu.
- Sì, ma cosa c'entra?
- Eh, perchè tu dici che non lo usi, però ti piace!
- Ma no, è che se cucini una cosa io mica posso sapere cosa c'è dentro.
- L'hai sempre mangiato...
- Sì, ma mica crudo a tipo stuzzichino! Fai una cosa, la mangio, fine. Io, per me, a casa mia, non lo uso.
- Eh, ma perchè, che ti abbiamo cresciuto e l'abbiamo sempre usato?
AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!
- Papà, prendiglielo classico e finiamola qui. Ti aspetto in cassa.
- Come vuoi... - cinque passi contati - Vale?
- Eh?
- Ne vuoi anche tu una scatola? E' in offerta...
- IO NON USO IL DADO!!!
La commessa voleva offrirmi la spesa honoris causa.
Insomma, tre ore di inferno, ma alla fine il mio dono ha avuto la meglio e abbiamo fatto tutto per tempo. Anche se ci ho rimesso la serenità, parte della salute mentale ritrovata con tanta fatica e le ciocche di capelli che mi coprivano le tempie. Mi si è anche cariato un dente. Ma tant'è. So' ragazzi, bisogna avere pazienza.

14 commenti:

Tafano ha detto...

Però se magari cominciassi ad usare il dado capiresti meglio i tuoi.
Perché non provi?

.Shakti Shanti. ha detto...

C'è poco da capire: non hanno mai accettato che ragionassi con la mia testa e non con la loro. E mai lo faranno. Fine.

Tafano ha detto...

Capita quando si ha la fortuna di aver generato figli più pazzi di sé, ma non preoccuparti: col tempo la situazione peggiorerà sempre di più. Quindi o ti adatti tu che sei giovane o continui così, cosa che però ti fa restare all'età di 8 anni nei loro confronti, e loro se ne accorgeranno e comincerà l'unica cosa viziosa non divertente, cioè un circolo.

Già ti scrissi in privato come si usa il dado, non posso ripetermi.

.Shakti Shanti. ha detto...

La situazione è già semprepiùpeggiorata, smetti pure di temere e i circoli viziosi qui vanno a ruba e il mio analista è molto felice di ciò (anche se spesso mi dice "li svezzi! li svezzi!"). Per loro non ho ancora avuto il menarca e non porto il reggiseno. E tu mi capisci...
Più spesso, invece, io sono entrambi i loro genitori. Non so se mi sono spiegata come volevo...

Vabbè, vado a leggere del dado in pvt.

Tafano ha detto...

Sai quando è che ci si può considerare non dico adulti ma un po' più cresciuti? Quando quello che sono e fatto i tuoi genitori non ti fa più un effetto emotivo incontrollabile. Se la tua sicurezza non è legata ad approvazione, riconoscimento e giudizio né di loro né di qualsiasi altro essere umano (in genere dotato di membro virile nel tuo caso visto che hai la patata o almeno così mi hai detto) lo svezzamento è completo, la crescita no perché quando finisce quella vuol dire che si è morti.

M'o vuo' fa 'nu bucchino?

.Shakti Shanti. ha detto...

Temo che i miei genitroci (passami il neologismo) avranno sempre su di me un effetto emotivo incontrollabile, nonchè negativo. La loro approvazione non viene richiesta nè desiderata da poco più di dieci anni. Quanto agli altri, mmm, mo vediamo, e comunque dipende. Non ci sono birilli in vista, nessun uomo da rendere fiero di me. Per ora cerco di rendermi fiera di me e basta. E comunque, per inciso: sì, ho la patata. Una bella patata, checcazzo.

No, grazie. :)
(ho smesso di bere, muahahah)

Tafano ha detto...

Molto interessante. Davvero molto interessante.

Ora dimmi quello che ti viene in mente, senza pensarci, se ti dico la parola "confusione".

.Shakti Shanti. ha detto...

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!

No, dico davvero, è la prima cosa che mi è venuta in mente.

Tafano ha detto...

Interessante.

.Shakti Shanti. ha detto...

Tu lo sai che io ti odio in questo momento, vero?

Se dici "interessante" ancora una volta, mi butto dalla finestra senza manco aprirla!

Tafano ha detto...

Indovina cosa sto pensando?

.Shakti Shanti. ha detto...

Che guardi un porno e poi vai a dormire?

Tafano ha detto...

ETNASSERETNI...

.Shakti Shanti. ha detto...

Guarda che non vale neanche al contrario... -.-"