martedì 6 ottobre 2009

.BLAblaBLA di LuieLei 2.

...
- Cazzo, no, non ho intenzione di tradirti! - gli ripetè per l'ennesima volta; questa sua stupida paranoia la irritava.
- Perchè?
- Perchè non ne ho motivo!
La osservò per qualche istante, lo sguardo tra il perplesso e il poco convinto: lui, che aveva sempre vissuto tutto con tanta leggerezza, che raramente si era soffermato sulle conseguenze e sui motivi delle proprie azioni, si ritrovò momentaneamente disarmato dalla semplicità e dalla franchezza della sua risposta.
- I motivi si trovano e spesso non servono - concluse infine.
- Ma che cosa...?! Senti, questo discorso non ha senso: sei stato tu a chiedermi se mi piaceva.
- E tu hai detto sì: avresti anche potuto mentire, per una buona volta.
- Ma perchè? Per la miseria! Io ti reputo un uomo intelligente, ti rispetto e sono sincera. Penso che tu sia in grado di comprendere la verità, cosa c'è di così sbagliato?
- Potevi mentire, potevi proteggermi: così mi fai sentire minacciato.
- Ma minacciato da chi, da cosa? Chi ti mente non ti protegge, chi ti mente ti sottovaluta!
Un altro rapido corto circuito nella sua testa: quella donna lo sfiniva con tutte le piccole grandi verità che le uscivano di continuo dalla bocca; non ci era abituato.
- Mi è passata la voglia di uscire, sono stanco.
Lei si portò le mani agli occhi e si abbandonò sul divano, la gonna le ricadde sulle caviglie come i petali di un fiore che appassisce troppo in fretta. Dalla porta socchiusa del bagno, le arrivò alle orecchie lo scroscio della doccia aperta.
Quell'uomo la faceva diventare matta, sempre pronto a complicare le cose più semplici e sempre così repentino nel cambiare idea. Eppure le piaceva. Temeva che le piacesse persino questa sua volubilità, il suo essere sempre così fedele alla sua natura e a ciò che sentiva esattamente. Temeva che le piacesse il suo essere perennemente libero, libero di fare tutto ciò che gli passava per la testa, incurante del resto. Temeva che le piacesse la certezza di sapere che, così come ogni suo mutamento negativo era spietatamente sincero, così lo erano le cose positive: ogni bacio, ogni carezza, ogni frase. Temeva di saper apprezzare il valore di ogni suo singolo gesto e di ogni sua singola parola, semplicemente per ciò che erano. Temeva che le piacesse la totale instabilità, il suo continuo andirivieni e il senso di sorpresa e debolezza che ogni volta, anche quando se lo aspettava, sapeva suscitarle. Temeva che le piacesse persino quella mezza faccia da stronzo, col sorriso a metà, che faceva ogni volta che stava per mentire. O quell'espressione da trota al cartoccio che faceva quando la osservava pensando di non essere visto. Il modo il cui il suo viso si illuminava quando sorrideva o l'entusiasmo che metteva nel proporle di fare qualcosa insieme. Temeva che le piacessero il suo genio e la sua sregolatezza. Temeva che le piacesse.
Raccolse le sue cose e se ne andò in silenzio.



N.B.
Questo blog prende spunto dalla realtà, però travisa.

2 commenti:

Tafano ha detto...

Mi sa che non travisa poi tanto :P

.Shakti Shanti. ha detto...

Be', sì, dai... un po', un pochino, poco, dai... sìsì, dai...