sabato 31 ottobre 2009

.Avanzo.

Un paio di anni fa, mi hanno chiesto quale fosse la mia parola preferita, per suono e significato. Non ho saputo rispondere. La persona che me l'ha chiesto è arrivata alla sua conclusione dopo anni e anni di accurata analisi del vocabolario e si sentiva realizzata. La mia ricerca, credo sia finita oggi: mi sa che l'ho trovata anch'io, la mia parola.
Avanzo o avanzi, poco cambia, ma è questa. E' una parola in cui ho incocciato spesso, anche per vie traverse, nell'arco della mia vita e anche delle mie giornate.
Nella mia famiglia, ad esempio, si conservava tutto quello che avanzava a tavola che domani dobbiamo mangiare un'altra volta, mica si butta via la roba ancora buona, che questa qui è tutta roba pagata, eh, mica che i soldi crescono sugli alberi in questa casa e poi c'è gente che chissà cosa darebbe per avere quello che noi buttiamo via. E così ho imparato ad essere la maga dello svuotafrigo: i miei cianfrugli d'avanzi sono roba da leccarsi i baffi, gli amici mi invitano a cena così gli ripulisco il frigo e cucino senza che debbano uscire a fare la spesa e non esiste che io faccia spreco di quel poco che riesco a comprare.
Oppure tutto quello che amici e parenti buttavano via perchè inutilizzato, io lo recuperavo a tipo rigattiere, lo ripulivo, lo sistemavo e lo conservavo. Tipo: quando ho traslocato non mi mancava niente, nè a livello di elettrodomestici nè a livello di suppellettili. Avevo tutto e a costo zero. Fantastico.
Fino a poco tempo fa, quando ancora si poteva portare via qualcosa, ogni tanto mi facevo un giro in discarica e non avete idea di quante cose utili, di quanti avanzi ancora validi ho recuperato gratis: giradischi, radio, televisori, videoregistratori (essì, io sono una fervente aficionado delle videocassette) una volta anche un bel mobile, tutto perfetto e tutto funzionante. Avanzi, cose venute a noia a qualcuno, ma non cose inutili.
Persino alcuni degli uomini che ho amato venivano considerati avanzi dalla società, solo perchè avevano uno stile di vita particolare o diverso da quello della maggioranza.
La seconda volta che ho fatto la seconda superiore, c'era stato un reimpasto, un confluire di alunni bocciati di tutte le altre sezioni nella stessa classe: anche lì, tutti avanzi. Nessuno si preoccupava troppo per noi, scarto di una fetta di società che non ci voleva proprio: il futuro era per gli altri, noi potevamo tranquillamente arrancare, tanto non ci saremmo salvati nemmeno se fosse sceso il Padreterno a farci una grazia. Lo scarto viene sempre sottovalutato. Grave errore.
Per me, tutto ciò che avanza è positivo e va conservato e gustato a tempo debito. Un po' come quando mangi una torta e alla fine non puoi resistere alla tentazione di raccogliere le briciole che restano con la punta delle dita. Ed è lì, in quel momento, che gusti davvero. E' un piacere sottile che non a tutti è dato di provare e capire.
Con tutto il predicare che fanno le suore sulle missioni e sui bambini che muoiono di fame e sulle offerte che bisognerebbe proprio fare per tenere la coscienza in ordine, non avete idea di quanto cibo io sia costretta a buttare via ogni giorno. Uno spreco che ha dell'insensato davvero. Così, ho deciso da qualche mese di fare la mia parte: mangio gli avanzi. Quando nessuno se ne accorge, se qualcosa è ancora commestibile, prendo, incarto e porto a casa. E mangio bene, checcazzo! Tanto mi trattengono un buono pasto al giorno dallo stipendio, quei rabbini! Tanto vale che, al posto di un panino, mi sparo l'arrosto o la verdura grigliata o la pasta allo scoglio. No?
Gli avanzi degli altri sono una buona cosa: si può sempre sfruttare il potenziale che la maggior parte delle persone non vede. E' una cosa che dà molta soddisfazione, ve l'assicuro.
Tutto ciò che viene rifiutato e rinnegato, è per me fonte di curiosità e interesse sconfinati. Sì, trovo decisamente gli avanzi stimolanti.
- Bella roba che ti fai vedere a parlare col giardiniere: non lo sai che quello lì è un avanzo di galera?
Da quando mi hanno detto questa cosa sul lavoro, non ci crederete, l'ho preso in simpatia. Il giardiniere che lavora nella stessa struttura dove lavoro io ha trentatre anni, una macchina vecchia e scassata e un sacco di casini. Sfoggia con disinvoltura tatuaggi in ogni dove: le braccia e il torace ne sono interamente ricoperti e ne ha diversi anche sulla scatola cranica, perfettamente rasata. Ha sempre un'aria truce alternata a un'espressione di riserva, incazzata nera. Lavora poco, si imbosca volentieri, risponde a tutti con una presa per il culo. Qualche anno fa ha messo incinta una ragazzina, ma la storia è finita ancora prima che lei partorisse. E' dichiaratamente uno skin head. In pratica, non dovrebbe starmi nemmeno simpatico.
Eppure è l'unico che, da quando lavoro lì, si ferma a chiedermi come sto, fa due chiacchiere da persona normale, scherza e mi sorride. Senza un secondo fine. L'unico. Senza che io abbia mai fatto il primo passo o sia mai stata particolarmente gentile o disponibile. E se qualcuno sta pensando che sia irresistibilmente attratto dalle mie tette, si sbaglia perchè vado a lavorare praticamente in tuta.
La verità è che, quando Vincenzo parla con me, è una persona normale. L'avanzo di galera diventa rosso, ha uno sguardo tenero quando affronta certi argomenti e mi cede l'ultimo posto a sedere rimasto libero alle riunioni obbligatorie della 626. Mi fa qualche carezza, se capita, mi tira su il morale con qualche battuta e si diverte a scherzare con me.
C'è più umanità in un avanzo che in un sorriso tirato a lucido da una fin troppo allenata ipocrisia.
Una volta che stava sistemando le aiuole sotto il sole, questa primavera, gli ho chiesto se per l'esasperazione avrebbe dato fuoco alle piantine che avanzavano.
- Ma no dai, proprio fuoco no! Se non altro perchè con il fumo mi beccano subito!
- E allora che ne fai?
Ha fatto una pausa, accompagnata da un sorriso misterioso:
- Poi te lo faccio sapere... - mi ha liquidata infine.
Quando sono uscita a fine turno, mi sono ritrovata tre vasetti di viole sul muso della macchina. Un bigliettino scritto male diceva: "Avanzavano, mi spiaceva dargli fuoco! Vinci".
Sono tornata a casa con la piacevole sensazione di aver guadagnato qualcosa di più di qualche semplice fiore colorato.
Gli avanzi possono anche sorprendere, a volte.
- Bella roba che ti fai vedere a parlare col giardiniere: non lo sai che quello lì è un avanzo di galera?
Sbatto gli occhi, non rispondo, sorrido e me ne vado a passo spedito, lasciando al palo la collega stronza che, credendo di mettere in mostra la propria materna generosità, non fa altro che sfoggiare la propria triste, banale limitatezza.
Resta, resta lì pure perplessa a non capire quanto sia piccolo e miserabile il tuo povero mondo. Io vado avanti per la mia strada, tiro dritto e faccio ciò che ho sempre fatto da quando sono nata: passo dopo passo, mi lascio tutto l'inutile alle spalle, mi riparo dalla mediocrità, faccio di testa mia e avanzo.


3 commenti:

peppe ha detto...

io sono quella persona

.Shakti Shanti. ha detto...

Was?

.Shakti Shanti. ha detto...

Aaaaah!!! QUELLA persona! Sìsìsì! :D