domenica 25 ottobre 2009

.Entropia.

Ho deciso: mi metto di impegno, sistemo tutto e parto anch'io. Conto di riuscire a farlo entro i primi sei mesi dell'anno nuovo.
Domani ho un colloquio per iniziare un secondo lavoro. Il cane rimarrebbe parcheggiato dai miei, il gatto in eredità temporanea a chi mi subaffitta l'appartamento. Un piccolo finanziamento, sistemo due cose e poi, dopo aver fatto tutto per bene, mi prendo un'aspettativa di sei mesi dal lavoro e vado. Tre mesi in Nuova Zelanda e tre mesi in India: Varanasi, sto arrivando! Mother Ganga will bless me!
Non posso più aspettare, ormai l'ho capito: è una vita che la meno con sto fatto di partire, mi tocca farlo ora, al più presto, o mai più!
In queste ore, ho avuto un attacco di entropia inarginabile. L'entropia è quella cosa terribile e meravigliosa per cui, quando ti esce troppo dentifricio dal tubetto, non potrai mai più riuscire a rimetterlo dentro. In pratica: quando una cosa succede, non puoi più fare finta di niente. E' mutato qualcosa in me: la necessità di partire è diventata desiderio e un desiderio è decisamente più inarrestabile rispetto a un bisogno da soddisfare. O anche viceversa, ma vabbè, mi son spiegata.
Ci sono molte cose da far collimare, dovrò trovare il giusto pragmatismo eccetera eccetera, ma atterrerò sul morbido perchè ho un contatto fidato che potrà accogliermi e guidarmi una volta arrivata a destinazione.
E' bello avere finalmente una prospettiva rosea e concreta per il futuro.


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