venerdì 17 luglio 2009

.Lo so, lo so.

Avevo promesso "a breve" un romanzo online, ho creato il blog e poi... PUFF! più niente. Brutto vizio, pessima abitudine: la mia vena creativa mi ha lasciata in balia della noia T_T ... ancora... nemmeno di dipingere sono più capace, buttare giù due righe una faticaccia. Dovrei proprio imparare a suonare il pianoforte... da settembre, dai, ok.
Vorrei annunciare che ho un nuovo progetto editoriale per la testa, ma non vorrei fare come mio solito... ^_^ """

Ergo taccio -.- o ci provo almeno.

Un creativo che non crea soffre, sta male davvero, sta male tutto, dentro e fuori. La mente troppo spesso è una gabbia scomoda per il creativo.
Ci sono cose che le altre persone non capiscono: l'idea che è lì, ma non ancora non c'è. Lo senti il prurito, lo capisci che sta arrivando; la percepisci sgattaiolarti tra le meningi, nascondersi dietro al solito, al lavoro, ai pensieri più consueti, alle abitudini di sempre, ai doveri più noiosi. Quasi la intravedi fra la bolletta del gas, il frigorifero vuoto e le fusa del gatto; ma ancora non la riesci a captare, ancora ti sfugge. E resti lì, con tutti i sensi all'erta, con la testa sempre da un'altra parte, con le risposte vaghe, con l'umore pessimo, altalenante, con l'irritabilità ingiustificata, per ore, per giorni, quando va davvero male, per mesi.
E poi arriva, non si può dire inaspettatamente perchè la si è rincorsa per tutto quel tempo, ma l'idea ti coglie sempre di sorpresa, tutta insieme, tutta in una volta: un'improvvisa chiarezza disarmante, così limpida e travolgente, così presente, quasi solida, e così famigliare, come se fosse sempre stata lì. Una presenza accanto a te, l'idea.
La vedi, quasi la tocchi, sicuramente la senti, la senti dappertutto: negli occhi, nelle mani, nelle vene. La frenesia che rimbalza nella cassa toracica, impazzita: dov'è la carta? Dov'è la penna? Maledizione! Presto, presto, prima che sfugga, prima che se ne vada, che scivoli via da sotto le dita. Bisogna fermarla presto l'idea, non aspetta. Rapida, affascinante e traditrice nella sua perfezione.
E ora, eccola, nero su bianco, è lì: stavolta l'hai presa, sei stato veloce. La rileggi: parole sconnesse, senza senso, quella forse non è nemmeno la tua calligrafia. Ma è lì, eccola, ora puoi sorridere. E puoi espanderla, puoi espandere te stesso e rinascere ed essere luce abbagliante ed essere libero, senza freni, a briglia sciolta, finchè non l'hai esaurita tutta, finchè non hai sfruttato fino all'ultima goccia, come un surfista che non cade, in bilico, in scivolata, cavalcando l'energia pura con il cuore in gola e il sorriso stampato in faccia, i muscoli tesi, l'adrenalina a sostituire il sangue, senza fiato e felice.
E poi di nuovo il nulla e il tormento e la noia e l'apatia. Spiaggiato al sole cocente, fino alla prossima onda.

Insomma, quando produco, produco. Poi avviso. E non mi sgridate più.


7 commenti:

Tafano ha detto...

Certo che sgridiamo: basta con questo "famigliare", porca miseria!

.Shakti Shanti. ha detto...

:D !

Mi sono meritata un "porcamiseria!"... *_* ghghgh...

Anonimo ha detto...

E' carino il blog.

Soprattutto considerando che sei femmina :D

NattyDoc
(tra le altre cose, un amico di Zep).

.Shakti Shanti. ha detto...

^_^ ! Non potevi farmi complimento più bello, grazie!

(aaah!)

.Shakti Shanti. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Kurtiell ha detto...

che meraviglia di descrizione. a parte che non sapevo che dipingessi, molto interessante!
peccaro solo per la metafora del surfista. e non perché non sia calzante (tutt'altro: è perfetta), ma perché tutta la categoria mi sta sul cazzo.
bravissima

.Shakti Shanti. ha detto...

Grazie! :)

(essìsì, dipingo anche!)