venerdì 1 gennaio 2010

.Anno nuovo, vita vecchia.


In questo post si parla di anni nuovi, di noie, di lelle e altre novità datate.


Anche stavolta sono sopravvissuta ai presepi, ai parenti, agli auguri, ai panettoni e ai cenoni, che non ho avuto il dispiacere di affrontare. Mi spiace per chi mi vuole male e ci aveva sperato: sarà per un'altra volta.
Il 2009 mi ha riportato due cugini quasi coetanei che credevo dispersi. Ci siamo ritrovati e per il momento non ci stiamo lasciando più. La cosa mi like.
Ho una cugina minore lesbica. E' una cosa bellissima. L'ho lasciata che aveva dieci anni e adesso è un fantastico e incasinatissimo donnino. Ed è anche carina e coccolosa, ma molto più dei pinguini che cito. Suo fratello, invece, era già molto orso panda quando l'ho lasciato e ora ha affinato la tecnica. Sono stati giorni di fusa, coccole, blablabla e ahahahah. Ci vorrebbero più giorni così. Ecco perchè entro un annetto vengo a vivere a Milano,
con loro. La cosa ci piace.
Il 2009 mi ha riportato anche un gatto, il mio, percosso e con una mandibola rotta. Rientrato a casa dopo più di due settimane nello stato di un deportato: magro che gli si contano le ossa, sporco all'inverosimile, rotto, sfinito, malato e sofferente. Pare sia stato un calcio nei denti o una bastonata, si potrebbe quasi sicuramente escludere l'incidente d'auto. Me l'hanno rimesso insieme, dicono che è un miracolato, che non si capisce come abbia fatto con una frattura di quindici giorni, la fame, la neve, il freddo eccetera. Io sono solo felice che sia tornato. Se trovo chi gli ha fatto questo, voi mi dovete denunciare per correttezza. Nel frattempo gli preparo omogeneizzati come una mamma premurosa. Al gatto.
In compenso mi sono persa un fratello non so dove: dovevo andare da lui e poi non ci son potuta andare. Poi doveva venire lui e non è venuto più. Poi l'ho chiamato e mi doveva richiamare e invece bo. Mah. Scumparzo.
Poi dovevo trovare un modo per non impazzire, divisa tra lavoro e apatia. Di scrivere pare che io non sia più capace. Di leggere nemmeno. E di dipingere non se ne parla. Così, dapprima pareva potessi reperire una tastiera aggratis, ma poi invece no. Mi sarebbe tanto piaciuto imparare a suonare il violoncello, che mi ossessiona da tempo immemorabile, e poi invece no: non è tanto lo strumento il problema, quanto trovare qualcuno in grado di dare lezioni. Così mi sono lasciata trasportare dal caso, dalla corrente, sono successe delle cose, insomma, e adesso ho a casa un violino. Ahè. Comincio la settimana prossima, yep!
La Nuova Zelanda è in pienissimo stand by: no money, non parti. Quindi ascoltiamo le 4 stagioni e restiamo in attesa di ulteriori sviluppi. Nell'attesa la 4 stagioni ce la magnamo anche, va.
Sono diventata definitivamente vegetariana. Essì, da tre mesi ormai. Tutti a sconvolgersi e a dire che è una boiata e mo vediamo quanto dura sta cosa. Manco fosse 'na fantasia da dodicenne. Che pare che uno vegetariano ci nasce e non ci diventa, mah!
- Ma perchè non ti piace più la carne?
- No, continua a piacermi. Però ho smesso di mangiarla.
- Ma già prima ne mangiavi poca?
- No, anzi: proprio al sangue mi piaceva.
- Ma come mai così di punto in bianco?
- No, ma è da sempre che ho il dilemma etico e poi tutta la storia della non violenza e della cadaverina e che gli insaccati agevolano l'incombere del morbo di Alzheimer e lo stile di vita ecosostenibile e ccetera. Poi però cedevo...
- Ma tipo che sei diventata intollerante?
- Alla carne no. Alle domande stupide sì.
- Ma il pesce?
- No, manco quello.
- Eh, ma non ti pare di esagerare? Almeno il pesce! (<---- Cos'avrà voluto dire? ndr)
- Ma mi risulta che Nemo fa parte del regno animale, sì? E vedi che il vegetariano gli animali non li mangia, proprio manco le cavallette.
- Mah...
- ...
- Ma PERCHE'?!?
Reazioni proprio esagerate, roba che manco avessi detto c'ho la leucemia o qualche altro brutto male. Ma io non so! Se uno smette di fumare mica stanno tutti lì a chiedergli perchè? con quell'aria come se fosse un fatto grave. Ci sono cose che io non sono in grado di capire.
E poi sto valutando l'ipotesi di abbandonare definitivamente l'eterosessualità e dedicarmi in toto alla patata. Prima di Natale mi sono ricordata di quanti pochi problemi mi abbia cagionato il lesbismo ogni qualvolta l'ho praticato: nessuno. Non conto un solo problema, una sola lacrima, una sola rottura. Solo tanto sano e semplice divertimento. Niente in sfavore.

Pro:
- Niente più pillola.
- Niente più rischio gravidanze.
- Niente più impotenza/cali di potenza e affini.
- Niente più eiaculazioni precoci/postume/indesiderate.
- Niente più arrossamenti da barba.
- Niente più cazzi piccoli/brutti/ridicoli o eccessivamente teneri a sorpresa (perchè quando un uomo si cala le mutande è sempre un oooh, ta-dan! a sopresa).
- Nessuno che si addormenta (e soprattutto russa/scoreggia) subito dopo.
- Orgasmi multipli (questa le vale tutte).
- Ed è solo per citarne alcune.

Contro:
- Niente birillo. Ma lo sostituiamo con esagerata facilità.

Al di là del fatto che io mi comporto con le donne come qualsiasi altro uomo medio, la patata mi pare una validissima alternativa alla solitudine e all'inesistente volontà di avere una relazione con chicchessia. Oltre al fatto che la patata è perfettamente in linea con il mio nuovo status di vegetariana. Inoltre la lesbocugi promette di portarmi a cuccare nei posti giusti che conosce lei. Sono pronta, sono easy, sono free, sono quasi più facile di due più due.
Una volta qualcuno mi disse che aveva dato all'amore un'opportunità e si sentiva pronto per qualcosa di più informale. Mi sa che oggi è così per me. In attesa di ritrovare un mio qualsiasi talento, scoprire chi o cosa sono diventata nel frattempo e tornare ad amare. Anzi, come cantava un santo omino di mia conoscenza: "Trova prima te stessa e poi il tuo strumento, trova prima te stessa: non essere stupida". Perchè la persona da amare è lo strumento tramite cui esprimiamo un amore che in realtà abbiamo già. Mediocre l'amore, mediocre lo strumento. Pessima la musica, pessimo l'amore. Incasinati dentro, incasinato accordare. E io non voglio amare in modo stupido.
La verità è che al momento mi piacerebbe avere accanto qualcuno capace di mettermi le mani sugli occhi e dirmi:
- Non pensare, smetti di guardare, per una volta concentrati sul buio, goditi il nulla che guardo io avanti per te. Troverai tutto pronto quando solleverai le palpebre. Ci penso io a te.



E soprattutto vorrei potermi fidare di queste parole. Smettere di cercare, di pensare e di correre. Fermarmi accanto ad un calore umano. Affidarmi pigramente a un qualcuno premuroso. Ricambiare. Anche solo per un po'.
Nel frattempo mi annoio. Dico che mi annoio, ma sono una bugiarda. Ho la testa piena di progetti da realizzare da qui al giorno della... morte di qualcun altro, perchè io sarò troppo indaffarata per schiattare quel dì ed è molto probabile che delegherò la pratica da sbrigare. Oppure farò come il Perozzi, il carissimo Perozzi, di "Amici miei":
- E allora levatevi dai coglioni che devo morire.
E poi supercazzolerò il prete. Con lo scappellamento a destra, obviously.
Dai, in fondo, caro il mio neonato 2010, ho messo o rimesso in pratica solo un po' di roba usata: i buoni propositi degli anni passati, alcuni mai conseguiti e mai mantenuti, anticipandone anche l'inizio in qualche caso, qualche vecchia abitudine, qualche buon vecchio vizio. Non ti propongo niente di nuovo, come vedi, mi dedicherò a un po' di sano riciclaggio. Mi dispiace per te, se dovrai annoiarti.
Però, recentemente ho ritrovato, se può farti piacere, un po' di energie, tra le scorte di biscotti e qualche scatola impolverata. Ho ritrovato un po' di ottimismo e di voglia di rimettermi in gioco.
Mi sento come la protagonista di Little Miss Sunshine, proprio uguale, proprio così. Anche se la mia famiglia, sfortunatamente, non ha mai reagito in questo modo e mai lo farà. Mi sarebbe piaciuto nascere già con il dono della parola, poter uscire dall'utero materno e dire subito:
- Ehi, ma', sono una figlia degenere, sarò imbarazzante, sopra le righe, incostante e talmente diversa da te da farti pentire a più riprese d'avermi messa al mondo. Sarò inquieta ed infelice. Incapace di darmi pace e di adeguarmi, di accontentarmi, sempre presa a setacciare sabbia in cerca dell'oro.
Vorrei dire che il buon proposito di quest'anno sarà smettere di aspettare che passi la tempesta e imparare a ballare sotto la pioggia battente, così da farmi trovare pronta quando tornerà un giorno di sole.
Sul palco mi ci hanno sbattuta mio malgrado, la società mi guarda e dissente, ma io faccio quello che cazzo voglio e mi ci diverto pure, vado serenamente incontro alle mie figure di merda future. E anche se non sarò mai come la fetta perfetta, come la maggioranza, so da sempre di avere diritto al mio piccolo spazietto anch'io, come tutti. Così combatto da sola. Aspetto solo qualcuno che capisca appieno il dono della libertà. Libertà di esprimersi e di vivere e di amare. Chi vuole salire e ballare con me?
Chi vuole libertà da condividere a vagoni e tante risate? Chi vuole semplicità? Chi mi vuole amare?


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